La protesi all’anca per via anteriore mininvasiva

Oggigiorno l’intervento di protesi all’anca cerca di essere sempre meno invasivo per il paziente, grazie allo sviluppo di nuove procedure e tecnologie.

La tecnica di seguito descritta prevede un accesso per via anteriore, e si definisce con l’acronimo ASI (anterior supine intermuscolar).

La tecnica ASI mininvasiva per la protesi all’anca

Proposta da Smith-Petersen nel 1917, la tecnica ASI è stata poi sviluppata da Judet nel 1985 e recentemente ripresa e sviluppata da Matta.

L’intervento consiste nell’effettuare un’incisione di circa 6-8 cm, 2 cm distale e laterale alla spina iliaca antero-superiore, in direzione della testa del perone.

Il grande vantaggio è che, mentre nell’intervento classico vengono sezionate alcune strutture miotendinee fondamentali dell’anca, con questa metodica è possibile divaricarle ed arrivareall’articolazione rispettando l’anatomia.

L’accesso tradizionale posteriore prevede la sezione dei muscoli extrarotatori dell’anca, quali piriforme, gemelli e quadrato del femore.

Mentre l’accesso laterale all’anca prevede la sezione del medio gluteo e piccolo gluteo.

Tecnica ASI: una variante per la protesi all’anca

L’accesso anteriore mininvasivo prevede l’accesso all’articolazione attraverso il pianointermuscolare tra il muscolo TFL, tensore fascia lata, e il muscolo Sartorio superficialmente, ed il retto femorale sul piano più profondo.

In questo modo si mettono in sicurezza anche le fibre del nervo Femoro-cutaneo laterale.

Questo punto di accesso può essere definito strategico, dato che permette di arrivare alla capsula articolare divaricando i ventri muscolari, evitando sezionamenti che creerebbero un ulteriore trauma.

Arrivati alla capsula viene eseguita una capsulotomia per rendere visibili collo e testa femorale.

L’osteotomia viene eseguita nella giunzione cartilagine-collo femorale, spesso possono essere necessari due tagli paralleli per facilitare la rimozione della testa.

Si valuta l’articolarità, la stabilità dell’impianto e la lunghezza dell’arto.

Una volta soddisfatti i parametri citati si continua con l’impianto delle componenti protesichedefinitive e si procede con la sutura.

Nell’immediato post-operatorio è importante prendere alcune precauzioni.

I vantaggi della tecnica anteriore mininvasiva

Tra i vantaggi di questa tecnica, rispetto all’approccio tradizionale, vi è la maggiore stabilità sin da subito garantita dall’integrità muscolare.

Sin dalle prime ore post-operatorie (4-6 h post-op) il terapista può iniziare la mobilizzazionepassiva e attiva assistita dell’anca in flesso-estensione.

Non vi sono particolari limitazioni se non quelle di evitare l’extrarotazione dell’arto fino al completo risveglio dell’anestesia.

Si invita il paziente ad effettuare esercizi isometrici per il quadricipite femorale.

Può iniziare sin da subito esercizi di rinforzo per il medio gluteo.

Dopo 24 h è consentito il pieno carico con possibile deambulazione tramite deambulatore.

I pazienti più giovani possono deambularecon bastoni canadesi o addirittura senza alcun ausilio.

La dimissione, chiaramente se non si verifica nessuna complicanza, è prevista per la 5° giornatapost-operatoria, anche se in casi selezionati viene effettuato un fast track con dimissione del paziente in 3° giornata post-operatoria. 

Questo avviene soltanto nei pazienti più giovani e senza comorbidità.

Vantaggi della tecnica mininvasiva ad accesso anteriore rispetto al classico intervento

Volendo fare un confronto chiaro dei vantaggi svantaggi rispetto al classico intervento ad accesso posteriore oppure laterale, è possibile fare un elenco che ne evidenzi i punti chiave:

  • Cicatrice chirurgica cutanea ridotta.
  • Minor perdita ematica sia durante l’intervento che nel post-operatorio.
  • Riduzione zoppia e limitazione funzionale nell’immediato post-operatorio.
  • Minor dolore post-operatorio perché i muscoli non vengono lesionati.
  • Riduzione del rischio di lussazione grazie all’integrità muscolare che garantisce una maggiore stabilità.
  • Recupero funzionale molto più rapido.

Dr. Andrea Speziali – medico chirurgo specialista in ortopedia e traumatologia chirurgia protesica, mininvasiva e rigenerativa

[Fonte: DossierSalute.com]